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Piove, governo ladro!

L’ennesimo acquazzone ‘modello tropicale’ ha di nuovo paralizzato Sora e messo vergognosamente in evidenza che – mentre è tuttora vigente una delega al decoro urbano, saldamente tenuta in mano dal fratello del Sindaco – basta una pioggia di portata più abbondante del normale a mandare tutto in tilt (appena possibile, pubblicheremo il video di alcune strade allagate).
Di sicuro, si deve ammettere che le condizioni meteo sono del tutto straordinarie, specie se rapportate al periodo stagionale. E, comunque, strade e locali allagati sono il bilancio di una mezz’ora da incubo: pioggia a secchiate, una scrosciata di grandine, nubi basse, lampi e tuoni. Nelle foto allegate (e allagate!), è possibile vedere in che condizioni si è presentato il piazzale antistante lo stadio ‘Claudio Tomei’ (e lo stesso campo di gioco, che pareva una piscina) dove ci eravamo recati per assistere alla conferenza stampa di presentazione della nuova proprietà del Sora Calcio. Basti dire che, considerata l’impraticabilità della zona, è stato necessario spostare l’appuntamento presso la sede comunale di Corso Volsci.
Non che altrove la situazione fosse poi davvero migliore: molte strade della città si sono allagate, con i tombini impossibilitati a fagocitare con la necessaria velocità l’acqua in eccesso, anzi, l’acqua risaliva dai tombini! A giudicare dalla quantità di acqua piovana che si è accumulata sotto i marciapiedi ed ha velocemente ricoperto il manto stradale in varie zone, rendendo difficoltoso anche il passaggio delle automobili, è apparso evidente che una pratica manutentiva che dovrebbe essere all’ordine del giorno, è stata del tutto trascurata: quella della pulizia dei tombini e dei canali di scolo: non un’opera di alta ingegneria politica – ovvio – ma un’azione preventiva di assoluta importanza.
Si sa, sbagliare è umano, perseverare è diabolico. Era il novembre 2012: accadde esattamente quello che si è ripetuto oggi. Da allora – chiediamo agli amministratori della città – se e quali interventi sono stati effettuati. A beneficio dei nostri lettori ri-pubblichiamo una nota di redazione che, tuttora, ci fa riflettere:

“Se una pioggia ci mette in ginocchio…

Scrosciante, abbondante, incessante, devastante. Ma pur sempre una pioggia.Se una pioggia ci mette in ginocchio, qualcuno ha perso d’occhio la situazione. Non oggi, non ieri, ma nelle settimane e nei mesi addietro. Si chiama prevenzione, si chiama tutela del territorio, si chiama manutenzione e consiste in azioni semplici, ma pur sempre irrinunciabili per non dovere poi pagare danni che vengono a costare più di quanto non sarebbe costato operare anticipatamente.Pulizia dei tombini, canali, dei fossi di scolo, degli argini, dei margini, del letto del fiume. Nel momento dell’emergenza, questa la si affronta e ci mancherebbe altro! Tutti a dire: ‘non è il momento delle polemiche’. Ed infatti no. Né si tratta di essere ambientalisti d’avanguardia o votare ‘verde’. Si chiama coscienza civile, vive e si riproduce ininterrottamente – quindi soprattutto prima, ma anche durante e si spera dopo l’emergenza – tra chi ha consapevolezza di ruolo e responsabilità istituzionali. Magari, se una pioggia ci mette in ginocchio, mancano l’una e l’altra, sia che si debba agire direttamente, sia che si debba chiamare in causa gli enti di competenza. Fa gola ricoprire incarichi, accaparrarsi deleghe e poltrone, farsi finanche fotografare a cena di qua e di là, presenziare manifestazioni, distribuire strette di mano, partire per viaggi di rappresentanza.Ma se una pioggia ci mette in ginocchio…”

Le foto di Enrico Mancini e Marco Colucci
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di Marco Colucci
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