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SOLUZIONI ALL’EMERGENZA ABITATIVA: LA CASA ‘STAMPABILE’ IN 24 ORE!

Emergenza abitativa: dal 2020 sarà possibile stampare case in 24 ore! L’emergenza abitativa è senza dubbio una condizione difficile da risolvere, ma non impossibile. Il nostro territorio non è esente da questa emergenza e, per comprendere la dimensione di tale fenomeno, basti ricordare gli ultimi episodi di sfratti che hanno visto alcune famiglie occupare alloggi pubblici o le parole del neo assessore ai servizi sociali Renato Berardinelli il quale, in occasione dell’inaugurazione del suo mandato nel Consiglio Comunale del 29 Gennaio, poneva al centro della sua attività la questione dell’emergenza abitativa.

La realtà dei fatti ci porta a pensare ed a credere che, per risolvere tale emergenza, ci sia bisogno di ingenti quantità di finanziamenti volti alla riqualificazione di vecchi stabili o aree da ripristinare, senza tener conto  di come la ricerca ed il conseguente sviluppo di alcune tecnologie, possano giovare alle vite dei cittadini ed alle casse degli enti pubblici.
Prendiamo in considerazione la tecnologia “Contour Crafting“, una tecnologia sviluppata nel 2010 da uno sviluppatore iracheno emigrato in California dal nome Dr. Behrokh Khoshnevis, direttore del Centro per la Rapid Automated (CRAFT) presso la University of Southern California (USC),  nonché professore di Ingegneria Industriale e Aerospaziale, Ingegneria Meccanica, Ingegneria Astronautica, Ingegneria Biomedica, Ingegneria Civile e Ambientale.

Secondo Khoshnevis questa macchina gigante collegata ad un pc, in sole 24 ore, potrebbe costruire una casa di 100 metri quadrati. Una volta terminata la realizzazione dei muri, agli operai umani resterebbero le finiture: dalla posa dei pavimenti, agli impianti elettrici e sanitari, dalle finestre al riscaldamento. Il vantaggio principale del Contour Crafting è senza dubbio la velocità della fabbricazione. Per molti di voi sembrerà utopia ma è proprio così. Se non ci credete guardate questo video!

In pratica, questa enorme stampante monta uno speciale ugello da cui è iniettato il calcestruzzo e, attraverso un modello computerizzato, procede automaticamente alle fasi di costruzione dei componenti della casa. Una tecnologia che, secondo gli esperti di settore, consentirebbe di rivoluzionare il settore delle costruzioni e quindi in grado di poter sia risolvere il problema legato all’emergenza abitativa senza dover incorrere in procedure infinite, e sia colmare le emergenze legate a catastrofi naturali.
L’uso diffuso di questa tecnologia è previsto entro il 2020 ed il prezzo di questa stampante si aggirerà intorno ai 200.000 dollari circa.
Per i più nazionalisti, invece, anche nel nostro Paese c’è chi ha sviluppato tecnologie di questo genere. Parliamo di una compagnia italiana che ha progettato una delle stampanti 3d più grandi del mondo, dal nome Big Delta, anch’essa in grado di costruire case, a basso costo, a zero impatto per l’ambiente!
La casa produttrice è WASP, azienda ravennate leader nel mondo della stampa 3D.
Unica differenza tra questa tecnologia e quella precedente è che la prima è in grado di costruire case anche in cemento,  mentre la Big Delta (ovvero quella italiana ancora in fase di sviluppo) ha tra gli obiettivi proprio quello di fornire diverse soluzioni legate al territorio rivolgendo la ricerca verso materie prime donate dalla terra, ad alto rendimento, coltivabili ovunque. La canapa, per esempio – secondo quanto dichiarato dalla casa produttrice sul proprio sito –  è un tipo di coltura che non richiede terreni o trattamenti specifici e che ha un rendimento di circa una tonnellata per ettaro. Viene da noi utilizzata come fibra discontinua e posta all’interno dell’impasto. Tutto questo ad un costo bassissimo.

Che dire, un sogno che potrebbe diventare realtà se solo tali tecnologie venissero incentivate dai governi di tutto il mondo, il nostro pianeta potrebbe davvero cambiare a partire dal 2020!

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