Dal mondo

A Gaza solo i morti vedranno la fine di questa guerra

Riceviamo e pubblichiamo l’intervento di una nostra lettrice circa la guerra tra Israele e Hamas.

È terrorismo resistere all’oppressione? Cosa fareste se vi ammassassero su una striscia di terra, senza sbocchi, con limitazioni alla pesca, di movimento, di approvvigionamento, con la disoccupazione al 60%, con la paura di essere bombardati a piacimento da uno stato che professa la sua legittimità a difendersi?

Per ogni israeliano morto sono almeno 250 i palestinesi soppressi, e non di certo i guerriglieri di Hamas, ma bambini nelle scuole, malati negli ospedali, fedeli in preghiera, medici nelle corsie. Nel 2004, quando interi quartieri vennero rasi al suolo, non c’era Hamas al governo ma Fatah e il “terrorista” Arafat. Israele si definisce civile e democratico, eppure per stanare ed uccidere chi considera il nemico nascosto in un edificio abitato non esita a sguinzagliare il suo esercito abbattendo decine di innocenti. È come se l’esercito italiano, per catturare un pericoloso latitante, bombardasse pesantemente interi quartieri di Palermo. Ma si può accettare tutto questo?

A Israele non interessano i terroristi. Basta ricordare le parole del leader del quinto partito di allora Avigdor Lieberman: “Gaza dovrebbe essere cancellata dalle mappe con una bomba atomica come hanno fatto gli americani con Hiroshima e Nagasaki”. O quelle dello scrittore israeliano Abrah Yehoshua: “Uccidiamo i loro bambini oggi per salvarne tanti domani” come ricorda il grande Vittorio Arrigoni nel suo libro testimonianza “Restiamo Umani”. Vittorio fu testimone diretto del massacro del 2008/09 e non lasciò Gaza nemmeno quando avrebbe potuto per poter dire la verità oscurata dalle menzogne del governo israeliano.

A Gaza solo i morti vedranno la fine della guerra e finché non moriranno tutti non ci sarà fine.

“I palestinesi difenderanno la loro terra fino all’ultimo di loro, come un padre difenderebbe sua figlia da uno stupro”. Queste le  parole che un cittadino di Gaza rivolse proprio a Vittorio durante quell’ennesima carneficina.

Israele vuole quel territorio, tutti lo sanno, e in molti hanno interessi. Proprio in questi giorni di genocidio il Ministro dell’energia israeliano ha dato mandato a sei compagnie, tra cui l’Eni, per l’esplorazione di gas naturale nelle acque palestinesi. Da sempre gli interessi economici fanno carta straccia di convenzioni, trattati, legittimità, sovranità, l’unico fattore da cui non si può prescindere è chi detiene più potere, o di chi sei amico, all’italiana maniera.

Attenzione però, questa volta nel baratro potremmo caderci tutti. È giunto il momento di alzare le nostre voci di cittadini appartenenti alla comunità umana.

“È ora che infiliamo un bastone in questo maledetto ingranaggio infernale” parole di Vittorio Arrigoni, brutalmente ucciso perché la sua voce squarciava le menzogne. Dobbiamo ricordare quest’uomo, dimenticato per figure così fanno paura, sono esempi di umanità che non devono passare. I nostri giovani devono sapere che non bisogna accettare rassegnati. Alzate le vostre voci che da troppo tempo sono mute. (foto web)