DECORO

Arpino – Li toglieranno dopo le Europee?

Le comunali si sono tenute un anno fa e se la maggioranza del sindaco Vittorio Sgarbi dovesse resistere nonostante tutto quello che le sta capitando, davanti ha ancora quattro anni di governo, laddove governo è un modo di dire.

Le provinciali non si fanno più da qualche anno. Per le regionali si è votato nel marzo 2023, per le politiche pochi mesi prima (settembre 2022). Referendum in vista non ce ne sono. Di conseguenza si può quasi cominciare a pensare di smantellare i tabelloni elettorali che da una decina di anni dicono ai forestieri, a visitatori e turisti come è amministrato Arpino.

La storia è quella dello straordinario elettorale, degli operai del Comune che lo rifiutano di fronte a ritenute ingiustizie nella ripartizione delle ore, degli incarichi affidati a ditte ricorrenti, nel senso che il loro nome ricorre spesso.

Chi ci rimette è l’immagine del paese, nel suo pur disastrato e sporchissimo ingresso principale, a due passi dalla casa natale di Giuseppe Cesari, il grande Cavalier d’Arpino che non a caso Sgarbi esalta nelle opere e nella figura ad ogni occasione. Così come il Cicerone di plastica che è perfettamente in contrasto al duraturo scempio di fronte.

Ed allora: solo le Europee, poi nulla. Li toglieranno questa volta?

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