Una cosa è certa. Da mesi e mesi ormai il sindaco di Arpino Vittorio Sgarbi è in imbarazzo. Non per questioni che riguardano il paese, almeno per quello che si sa, ma per le inchieste giornalistiche e non promosse soprattutto da Report e Il Fatto Quotidiano. Nel mirino del programma di Rai 3 condotto da Sigfrido Ranucci e del giornale guidato da Marco Travaglio è inquadrato da tempo il sottosegretario alla Cultura del governo comandato da Giorgia Meloni. L’ultima vicenda riguarda il quadro di Rutilio Manetti rubato dieci anni fa. Su di essa Sgarbi afferma con determinazione come si tratti solo di invenzioni, di falsità. Chiarimenti magari arriveranno, in un senso o nell’altro.
Riflessi della storia si spandono però anche nella città di Cicerone, che lo scorso maggio ha eletto primo cittadino il critico d’arte. Sui social rimbalzano a decine link recanti articoli, video e pure qualche vignetta sarcastica.Tuttavia non si registra una parola ufficiale, nemmeno un’opinione, da parte della maggioranza (e nemmeno della minoranza per la verità). Nessuno che si sia degnato di pronunciare o di scrivere due righe di solidarietà e sostegno al proprio sindaco, che pure a molti ha consentito di restare a galla e di conservare il ‘potere’.
Com’è che funziona? Prima delle comunali massima fiducia ed ora nulla di nulla? Che succede, come mai tutti silenziosi? Nemmeno in senso opposto è stata detta una parola, cioè la presa di distanza. Niente di niente da parte di una maggioranza che non ha nemmeno un capogruppo che parli in suo conto. C’è pure uno che ha la delega alla comunicazione ma che non comunica niente. Soprattutto quando sarebbe sconveniente farlo. Eppure ci sarebbe molto da dire. E da spiegare.
E’ vero che Vittorio Sgarbi è capace di difendersi (e di attaccare) benissimo da solo, ma in Municipio stanno tutti alla finestra, coraggiosamente in attesa di qualcosa. Ficcando la testa sotto la sabbia, pratica molto usata negli ultimi dieci anni. (nella foto di Gianna Reale la lista al completo prima delle comunali di maggio)
Luciano Nicolò
