COMUNALI

Fratelli d’Italia lo scarica a Sutri e lo accoglie ad Arpino

C’è chi dice che nei prossimi giorni annuncerà la sua candidatura a sindaco di Arpino. Chi, invece, sostiene che farà di tutto per non mollare il tentativo del secondo mandato a Sutri, per evitare che ‘i barbari‘ oltrepassino la porta dell’Etruria. In un caso o nell’altro sta condizionando – e non poco – le sorti delle amministrative nei due Comuni laziali.

Vittorio Sgarbi, fra l’altro sottosegretario alla Cultura del governo targato Giorgia Meloni, consigliere regionale della Lombardia, assessore a Viterbo potrebbe sciogliere la riserva già in settimana. E presentarsi nella città di Cicerone. E qui curiosamente lo accoglie Fratelli d’Italia che, al contrario, a Sutri gli sta sbarrando la strada. Almeno stando al Corriere della Sera che nella circostanza cita il coordinatore regionale Paolo Trancassini, deputato di FdI.

In paese, infatti, vive da anni la neo consigliera regionale di FdI, ex sindaco di Torrice e consigliere comunale di Frosinone, Alessia Savo che anche a seguito di un mezzo accordo fatto alle ultime regionali sta perorando la causa del critico d’arte. E pure di qualcun altro, per una lista con parte del Pd cittadino. Che in paese è spaccato in tre. Uno dei tre è il consigliere comunale appena privato della delega alla cultura Niccolò Casinelli, quindi il presidente del Consiglio comunale Andrea Chietini. L’altro, cioè il terzo, è il vice sindaco uscente e forse non rientrante, come vice sindaco, Massimo Sera che un giorno si sente la fascia tricolore addosso e il giorno dopo non se la sente più. Con la storia di Sgarbi gli stanno facendo venire un esaurimento. Solidarietà!

C’è poi il quarto uomo, che non è quello a bordo campo, ma Gianluca Quadrini. Sgarbi, domenica l’altra quando venne in paese per dire che non si candidava a sindaco, ha definito ‘una minaccia’ il presidente del consiglio provinciale in quota Forza Italia. Quadrini, dal canto suo, sta tessendo la tela per un accordo sul quale, al momento, non filtra molto ma in grado di spostare qualche centinaio di voti che, con quattro liste, sono oro colato.

Insomma, c’è grande incertezza ma anche la consapevolezza che più del paese contano i personalismi, i posti di potere, l’egoismo. Se davvero c’era l’opportunità di sostenere una figura di caratura internazionale come Vittorio Sgarbi, essa non doveva e non dovrebbe essere di una parte sola. Perchè nel caso dovesse davvero farcela avrebbe più della metà del paese ‘contro’. In altre parole andava favorita un’intesa ampia e il più possibile rappresentativa della città. Ed invece le cose stanno diversamente. Purtroppo!

Luciano Nicolò