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LO SAPEVATE CHE… A SORA C’ERA UNA CHIESA DEDICATA A SAN GIACOMO

Lo sapevate che… a Sora una volta c’era una chiesa dedicata a San Giacomo. Percorrendo lo stretto corridoio che dalla cappella di San Francesco, nella chiesa di San Silvestro, conduce alla sacrestia, si nota a sinistra una piccola cornice, che racchiude una mattonella crociata. E sotto, si legge “pietra fondamentale dell’antichissima chiesa di San Giacomo”. La piccola chiesa, di cui si vedevano ancora i ruderi fino alla fine del XIX secolo, sorgeva a pochi metri dalla chiesa si San Rocco ed era stata fondata, pare, dai Templari che vi tennero un piccolo ospizio.

I Templari o Ospitaleri abitavano attorno alla chiesa di San Giacomo, nel territorio della parrocchia di San Silvestro, e avevano delle pretese nei confronti del Capitolo Generale dei Cistercensi in merito al Monastero di San Domenico. Papa Onorio III però diresse subito una lettera ai Padri Cistercensi esortandoli a non prestare ascolto ai Templari, vietando di contravvenire al «privilegio dell’unione» sancita con la Bolla del 1° giugno del 1222 (cfr. D. Mauro Cassoni, Sguardo Storico sull’Abbazia di San Domenico di Sora, 1910).

Dalle relazioni delle visite pastorali del 1736 di Scipione Sersale e del 1804 di Agostino Colaianni, sappiamo che la chiesa era situata fuori Porta Cancello. Sull’unico altare del piccolo tempio era dipinta l’immagine di Gesù Cristo confitto in croce. L’edificio aveva due porte e due finestre, rivolte verso la chiesa di San Rocco, protette da cancelli di ferro che permettevano ai passanti di inchinarsi e pregare. Proprio davanti alla chiesa c’era un cancello di legno che di notte chiudeva l’accesso alla città. All’epoca di Sersale la chiesa spettava alla Commenda Gerosolimitana o di San Giovanni di Gerusalemme, mentre sotto Colaianni risulta appartenere all’Inclita Religione di Malta (in fondo la stessa cosa, dato che l’Ordine di San Giovanni di Gerusalemme fu detto di Malta da quando Carlo V nel 1530 cedette Malta all’Ordine di San Giovanni).

Più volte profanata da truppe di soldati, e date le sue condizioni di abbandono, ne fu dichiarata l’interdizione, verso la fine del XVIII secolo, e finì tristemente per essere utilizzata come ammazzatoio e deposito di legname. In occasione delle feste centenarie di San Rocco, nel 1885, la chiesa fu demolita.

Nel 1892, scavando in quel luogo, fu rinvenuta la pietra fondamentale dell’antico tempio; l’abate parroco del tempo, don Clemente Mattacchione (padre Angelico) la fece incastrare, a perenne ricordo, nel muro del corridoio di San Silvestro. In occasione dei lavori del selciato sulla via del Borgo di San Rocco, proprio davanti al sito in cui sorgeva la chiesa, il 30 aprile del 1900 furono rinvenute molte monete d’oro con l’iscrizione: Christus vincit, Christus regnat. Le monete entrarono in possesso del municipio di Sora, e solo più tardi si seppe, secondo una nota del prof. Achille Lauri alle memorie dell’abate Mattacchione, che le monete «furono offerte alla Patria nel 1940 per l’infelice guerra non voluta dal popolo».

Carla Cristini

(fonte La chiesa di San Silvestro in Sora, G. Squilla, 1981)