Durante la notte si è scatenato un violento temporale che mi ha messo apprensione. Nonostante avessi montato il campo a una decina di metri rialzato dallo scorrere del fiume, dopo circa un’ora sono uscito con la frontale a monitorare il fiume. L’acqua era solo diventata torbida, livello del fiume non si era alzato. Mi sono molto tranquillizzato e sono rientrato in tenda. Poi è tornata una bella stellata. Ieri ho percorso una strada di montagna fantastica per i paesaggi, ad una quota altimetrica di circa 1400 metri. Il percorso molto impegnativo, per dei continui sali e scendi spezzagambe. Dicevo della strada, e delle profonde gole e vallate scavate nel corso del tempo dalle impetuose acque del fiume Kokomeren. Dall’alto osservavo attonito lo spettacolo della natura. Poi ad un certo punto della valle, altra sorpresa; ho percepito un forte fragore delle acque, perché il Kokomeren confluiva con le acque torbidissime e travolgenti del fiume Naryn. Anche la strada percorsa si infilava tra alte pareti di roccia instabile, il più delle volte pedalavo con lo sguardo verso l’alto. Ho incontrato tante piccole frane, con pietre finite sulla carreggiata.
Poi, l’arrivo a Kazarman. Il Kirghizistan, almeno questa parte di territorio che sto attraversando è davvero davvero suggestivo e montagnoso. Poi ci sono loro; la gente kirghisa, accoglienti, predisposti all’aiuto, curiosi e sempre sorridenti e pronti al primo gesto; una stretta di mano molto energica, anche se ci si solo incontra. Questa loro bontà non mi sorprende, avendoli già conosciuti sulle strade della Kolyma, in Siberia.
di Giorgio Lucarelli