DIOCESI

Sora – Santo Natale, il messaggio del vescovo Antonazzo

In occasione del Santo Natale, il messaggio del vescovo della diocesi di Sora-Cassino-Aquino-Pontecorvo, Gerardo Antonazzo.

Cari amici,

con l’augurio natalizio esprimo la mia cordiale vicinanza a tutte le famiglie delle nostre comunità, alle Istituzioni civili e Militari, ai malati e anziani accolti nelle Case di cura, ai detenuti della Casa circondariale di Cassino, alle attività imprenditoriali, alle associazioni di volontariato, in particolari ai disoccupati e quanti vivono condizioni di precarietà e di povertà.

Le molte ferite della nostra storia attuale invocano ancora di più la luce e la bellezza del Natale cristiano. Non lasciamoci infliggere e affliggere da condizionamenti e comportamenti esclusivamente consumistici. Ogni giorno ci troviamo davanti alle tante tragedie del tempo presente, alle gravissime ingiustizie che ancora oggi vengono drammaticamente consumate in ogni parte del mondo.

Brucia nel cuore la domanda: i duemila anni di storia del cristianesimo hanno davvero cambiato il mondo? È lo stesso dubbio che anche Giovanni Battista ha il coraggio di esprimere nei confronti di Gesù: “Sei proprio tu che deve venire come Messia, sei proprio tu che cambierai il mondo, oppure mi sono sbagliato e dovrò aspettare qualcun altro ancora?”. Nella storia dell’umanità diversi pensatori hanno dichiarato il fallimento del cristianesimo perché ritenuto impotente di fronte ai problemi delle società, dei poveri soprattutto. Di conseguenza, sono nati messianismi umani con la pretesa di cambiare il corso degli eventi creando i loro imperi, le loro dittature, il loro totalitarismo che avrebbe cambiato il mondo. Hanno, sì, cambiato il mondo, ma solo in peggio, in modo distruttivo, gettandolo milioni di persone nella disperazione e in situazioni di immani sofferenze. Il Natale insegna e consegna l’umiltà con cui Dio continua a migliorare il mondo. Il Natale unisce il divino e l’umano per sempre: nulla di buono si può operare e sperare senza Dio, e nulla senza la responsabilità dell’uomo, perchè il mondo cresca nella pace e nella fraternità universale.

Mi piace allora immaginare e vivere il Natale come una partita di calcio da vincere ad ogni costo. Con la nascita di Gesù, Dio decide di scendere personalmente in campo per giocare con noi una grande partita e sconfiggere il peggiore dei nemici: l’odio e ogni sorta di cattiveria che provoca divisione e guerra. Dio non prende il nostro posto: Lui è l’allenatore; a noi spetta giocare la partita. Lui ci istruisce con la sua Parola e la sua vita, ci allena per imparare a fare bene il nostro gioco. Nessuno di noi deve restare negli spogliatoi, o in panchina, e ancora meno sugli spalti. Tutti in campo! È un gioco di squadra, e ognuno di noi ha un ruolo preciso da svolgere per vincere la partita della speranza, anche se dovessimo arrivare ai tempi supplementari. Gesù è l’Emmanuele, il Dio con noi è dalla parte di chi si impegna per il bene: perciò, con Lui la vittoria finale è sicura. Ma la partita resta ancora aperta. Auguri di un felice Natale, ancora tutto da giocare.

Foto d’archivio