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TURISMO RELIGIOSO – UN FENOMENO IN CRESCITA

Parlando di Turismo sociale, non si può fare a meno di analizzare un ramo particolare di questo fenomeno, ovvero il Turismo religioso, soprattutto in un Paese che custodisce circa 30.000 chiese dichiarate patrimonio culturale, 1500 santuari, 700 musei diocesani, centinaia di monasteri, conventi, eremi, cioè circa il 90% del patrimonio artistico ispirato dalla religione cattolica.

I dati economici più recenti mostrano che il Turismo religioso è un settore in forte crescita. Lo è in tutto il mondo, in generale, e in Italia, patria della cristianità e del cattolicesimo, in particolare. Dopo l’Italia, che muove più di 30 milioni di “viaggiatori dello spirito”, troviamo la Francia, trainata dal Santuario di Lourdes.

Per anni questo segmento di mercato è stato considerato come la “versione povera” della vera vacanza. Ma in seguito allo sviluppo del settore, con l’aumento sempre più pressante delle richieste e grazie a una maggiore comprensione del turista-pellegrino, gli addetti ai lavori hanno finalmente capito che il turismo religioso non è un turismo povero. È un turismo semplice, che però può essere considerato come un movimento valorizzatore di tutto il patrimonio storico-culturale e naturalistico che sta intorno al luogo oggetto della visita o del pellegrinaggio.

La caratteristica principale del Turismo religioso è comunque la volontà di andare a visitare quello specifico posto per ragioni trascendenti al posto stesso: le motivazioni per incominciare un viaggio verso un luogo spirituale sono quindi l’incipit fondamentale per il turista religioso.

Nell’ultimo decennio si è assistito ad una vera e propria evoluzione del Turismo Religioso; ai classici visitatori o pellegrini si sono aggiunti quelli che vengono definiti i Turisti della Fede; questi optano, per i loro soggiorni o per le loro vacanze, di alloggiare in luoghi religiosi come conventi e monasteri, principalmente, ma anche in santuari od eremi se attrezzati per questo tipo di esigenza.

Da ciò se ne deduce che il Turismo Religioso non solo ha dei margini di sviluppo molto ampi, calcolando anche il numero di strutture che potenzialmente possono offrire la loro disponibilità, ma può essere un valido traino a tutta l’economia del territorio in cui esse insistono soprattutto visto il riconoscimento che i percorsi ed i luoghi religiosi hanno avuto nel 1987 da Consiglio d’Europa. La Via Francigena, la Via Romea, e scendendo nei nostri luoghi il Cammino di San Benedetto, o ancora il recente Cammino di Canneto (inserito nel progetto della CEI dei Parchi culturali ecclesiali), senza contare i monasteri, gli eremi, le chiese e inoltre i santi nati in Ciociaria o le cui spoglie sono qui custodite, rappresentano un potenziale richiamo per i viaggiatori dello spirito e un potenziale elemento di sviluppo economico che può essere sfruttato per la crescita di tutto il territorio.