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SORA – UN GRANDE GESTO PER IL BURUNDI

Un gesto straordianario, quello realizzato per il Centro clinico di Rongero, nello stato africano del Burundi, nella Missione diocesana a cui parteci­pa attivamente da tanti anni anche il dott. Augusto Vinci­guerra. È stato, infatti, assunto un medico di medicina generale che pos­sa fronteggiare tutte le esigenze e le emergenze di una zona rurale in cui non c’era nemmeno traccia di un minimo di assi­stenza sanitaria. Il vescovo Bonaventu­ra Nahimana, nel novembre scorso, aveva espresso il bisogno di avere una assistenza più qualificata per quel territo­rio così difficile e dimentica­to. Tanti i bambini e le don­ne che avevano bisogno di avere assi­stenza sanitaria, che grazie all’impegno di medici e vo­lontari non è mai venuto me­no.

«Con tutti gli amici di Sora e del territorio, dagli ex scouts a molte altre persone, con uno sforzo collettivo siamo riusciti a realizzare questo piccolo mi­racolo. Così ad oggi sono state pagate 6 mensilità. E pensare che con solo 350/400 dollari al mese riusciamo a rendere più sicuro quel piccolo pezzo di Terra africana. Piccoli ma im­portanti progetti che voglio condividere con voi», ha dichiarato il dott. Vinciguerra. Che ha poi lanciato la nuova rac­colta: «C’è bisogno di almeno altri 2000 euro per la fine dell’anno. Ora sta di nuovo a noi tutti insieme fare in modo che questo bel so­gno non svanisca. Grazie per il momento».

Il progetto umanitario è parti­to proprio con lo scopo di riu­scire ad attivare l’ospedale di Rongero, nel sud del Burundi. Molteplici sono stati i risultati che in questi anni sono stati rag­giunti grazie alle più svariate iniziative, a partire dal gemellaggio tra le due diocesi, l’adozione dei seminaristi della diocesi di Rutana, la costruzione dell’ospedale, la costruzione di nuove chiese e la consegna di un container con all’interno materiale di prima necessità. Il gruppo dei sanitari è consolidato, anche grazie all’aiuto di as­sociazioni come “Gli amici de­gli scout”, l’associazione dei di­pendenti ospedalieri e Slow food che hanno condiviso le at­tività sul territorio.